Daniele Cassioli: vita e sport con “il vento contro”
Daniele Cassioli
https://drive.google.com/file/d/1n5qWpqgw1KERjZtcpfjL7QtF1B2frBdN/view?usp=share_link
“Immaginate una squadra di calcio composta solo da portieri, o una di pallavolo formata esclusivamente da schiacciatori: non vincerebbe mai!” Con queste immagini paradossali ma chiare, Daniele Cassioli ha iniziato il suo incontro con cinque classi del Liceo Sportivo, lunedì 6 Marzo 2023, focalizzando da subito l’attenzione su due temi: quello dell’inclusione e quello dello sport.
Cieco dalla nascita, Daniele è un uomo dalle mille risorse e qualità: diplomato al Liceo Classico, laureato in fisioterapia, campione paralimpico di sci nautico, coach e motivatore, fondatore e presidente del Real Eyes Sport A.S.D., un’associazione che ha come mission quella di avvicinare i non vedenti alla pratica sportiva, e ultimamente autore di due libri avvincenti e, allo stesso tempo, ricchi di riflessioni e spunti.
In una bella chiacchierata guidata dalla libraia Vanessa Paucher, Daniele ha raccontato agli alunni presenti tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare a causa della sua condizione di non vedente, sottolineando soprattutto come esse in realtà non siano legate soltanto alla disabilità, ma a come questa viene o non viene accolta dai “normodotati”: infatti “Non esistono problemi di serie A o serie B. Esistono atteggiamenti di serie A o serie B e sono questi, alla fine, che fanno la differenza”. Ha fatto riflettere gli studenti sul fatto che tutti i presìdi o gli ausili che rendono più agevole la vita delle persone con qualche disabilità, in realtà, hanno una ricaduta positiva su tutti (esilarante il suo spunto sui tasti in braille dell’ascensore: servono ai non vedenti ma sono utili a tutti, poiché, senza essi, il soggetto non vedente rischierebbe di salire ad un piano qualsiasi, a caso entrare, trovando aperta la porta, in un appartamento qualsiasi e una famiglia si troverebbe in casa uno convinto di stare a casa sua!). I presìdi e gli ausili riducono le differenze, senza annullarle, perché le differenze sono un valore aggiunto in una società, proprio come in una squadra: “dove non arriva uno, c’è l’altro a mettere la sua parte, il suo talento, la sua capacità”.
Daniele ha raccontato diversi episodi della sua vita scolastica e sportiva, soffermandosi su problematiche che i ragazzi hanno sentito molto vicino a loro: la fatica di “tenere insieme tutto” e di non deludere le aspettative; la tensione delle gare e delle sconfitte, da cui bisogna però sempre rialzarsi; la bellezza della vita di squadra, che è un po' come la vita di classe; la soddisfazione di un bell’allenamento o di una vittoria sudata.
Dopo una serie di domande emerse dai partecipanti, l’incontro si è concluso con la realizzazione da parte di Daniele di una breve storia Instagram; anche grazie a questo canale comunicativo e soprattutto alla sua simpatia ed autoironia, questo campione ha saputo colpire tutti gli studenti presenti, arricchiti e stimolati come sportivi ma, ancor più, come persone a dare sempre il meglio di sé e a sfruttare tutte le occasioni che avranno.
il primo libro di Cassioli si intitola “Il vento contro”: rispondendo ad una domanda di Vittoria sul senso del titolo, Daniele ha detto che il vento nella vita delle persone spesso non è favorevole, e nella vita di un disabile è spesso contro. Ma, andando sugli sci, nell’acqua, e sentendo il vento sulla faccia, ha capito che è solo il vento contro a darci la sensazione di stare facendo qualcosa di importante, di entusiasmante, di difficile ma bello.
Gli alunni di 2B hanno scritto una loro Lettera, riecheggiando quella Lettera allo Sport che conclude proprio il primo libro di Cassioli.
Vi lasciamo il testo: ci sembra ricco di suggestioni emotive e di spunti di riflessione.
Tu hai scritto una lettera allo Sport come se fosse, e come è, un amico.
Abbiamo provato ad immaginare altre sfumature: stesso destinatario ma non “ruolo” diverso rispetto a noi.
Lo sport per qualcuno è un fidanzato o una fidanzata: e allora il rapporto è fatto di complicità, di confidenza, di passione
Lo sport per qualcuno è un genitore: e allora quelli che arrivano sono insegnamenti di vita, protezione e si prova nei suoi confronti gratitudine per la dedizione con cui ci ha cresciuti
Lo sport per qualcuno potrebbe diventare un datore di lavoro: nei suoi confronti allora si proverà dovere, però magari anche distacco emotivo o noiosa abitudine
Qualcuno potrebbe vivere il rapporto con lo sport come se fosse una escort: ci sto assieme per puro opportunismo e autogratificazione, senza coinvolgimento affettivo
Oppure lo sport è un prof, che suscita rispetto ed è capace di educarti e istruirti, umanamente e tecnicamente
A volte ci si trova nella condizione di viverlo come se fosse un parente lontano, di quelli che fortunatamente non si vedono quasi mai: gli infortuni ti costringono ad una lontananza coatta, nel caso dello sport, però, molto dolorosa.
A volte invece è la vicinanza ad essere coatta, come se fosse un fratello fastidioso con cui condividere la casa o addirittura la stanza: ha abitudini, orari, comportamenti assolutamente insopportabili e incompatibili, ma è tuo fratello, cosa ci puoi fare? Sopporti, urli, litighi e poi si fa la lotta sul divano…
Oppure lo sport è un collega di lavoro, che non ti sei scelto, ma col quale devi collaborare e di solito scopri che è meglio di quanto sembrasse.
Forse, quando hai scritto che è un amico, è poco;
forse, quando hai scritto che è un amico, è tanto;
forse, quando hai scritto che è un amico, è tutto!
Grazie, Daniele, amico dello sport